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Dispetti Croati ?

Piccola storiella curiosa: un mio vecchio paziente mi chiede nel 2011 un preventivo per migliorare la stabilità della sua vecchia protesi superiore. Valuto attentamente la situazione, eseguo le opportune radiografie, faccio tutto lo studio del caso e alla fine prospetto varie soluzioni con relativi preventivi.

 

Il paziente comprende, borbotta un po’ e alla fine se ne esce con questa frase: “….. voi in Italia siete troppo cari….. me ne vado in Croazia…  c’è già stato un mio cugino….. ha speso una miseria…..”. Ricordo bene anche la risposta alla mia domanda su che tipo di lavoro avesse fatto il fantomatico cugino: “…. mah… non so di preciso…. comunque ha speso poco !”

 

Era un mio paziente da anni. Il rapporto di fiducia era ormai consolidato. Il paziente era sempre stato contento e soddisfatto delle cure che aveva ricevuto nel nostro studio. Era chiaro che stava attraversando un momento di difficoltà che lo spingeva a mettere l’aspetto economico in primo piano rispetto a quello terapeutico. Il congedo fu quindi cordiale. Non lo rividi più.

 

Siamo nel 2013, lo stesso paziente ricompare nel mio studio.

 

Mi racconta di essere stato in Croazia, una grossa e nota struttura a Rijeka: il giorno stesso in cui si è presentato per la visita è stato sottoposto anche all’intervento per l’applicazione di quattro impianti nel mascellare superiore. Il tutto è stato condotto in modo molto “rapido” con un pressing perchè accettasse il lavoro proposto quasi “aggressivo”.

 

Si è spaventato. Dopo l’intervento non è più tornato e non ha voluto proseguire con i lavori.

 

Mi chiede ora di utilizzare gli impianti che gli sono stati applicati per proseguire le cure.

 

C’è tuttavia un problema: oltre alla situazione radiografica degli impianti…. (lascio ai colleghi la valutazione sulla parte chirurgica…….), il problema principale è che non sappiamo che impianti sono ! Che marca ? Che connessione ?  Ogni impianto ne ha una specifica e per proseguire devo sapere che monconi procurare. Generalmente dopo l’intervento si fornisce al paziente un piccolo “passaporto implantare” che permette il riconoscimento dell’impianto anche a dentisti di altri paesi.

 

A Rijeka si rifiutano di fornire informazioni. Non ha voluto finire le cure da noi ? Si arrangi……

 

Non voglio discutere sulla “correttezza” dei colleghi Croati. Certo però che in Italia una risposta del genere sarebbe impensabile !

 

Ma questo il paziente non lo sapeva…….

 

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