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La mafia investe nelle catene in franchising odontoiatrico. L’Eurispes lancia l’allarme.

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La denuncia arriva dall’istituto di ricerca Eurispes: grazie a norme che hanno facilitato l’ingresso di società di capitale  con il conseguente proliferare delle catene odontoiatriche in franchising, il settore si è trasformato in “un business gestito da investitori privati che spesso nulla hanno in comune con l’odontoiatria o la medicina”. E proprio il proliferare “del mercato del franchising odontoiatrico”, ha sottolineato Eurispes, “ha attirato anche l’attenzione della criminalità organizzata”.

“Le indagini condotte dalle Forze dell’ordine, spiegano dall’istituto di ricerca, hanno recentemente fatto emergere che affiliati alla ‘ndrangheta, al fine di riciclare denaro sporco, hanno investito in questo settore”.

“Le informazioni disponibili, sia pure ancora non ufficiali”, precisano da Eurispes, “segnalano nelle diverse regioni italiane, soprattutto in quelle del Nord, una nuova e sensibile attenzione della criminalità organizzata ad un settore che viene considerato particolarmente attraente e possibile fonte di nuovi investimenti e consistenti guadagni”.

L’allarme lanciato da Eurispes trova conferme anche da parte di AIO.

” Non possiamo che osservare con preoccupazione la parabola anomala di alcune strutture imprenditoriali odontoiatriche non riconducibili a persone fisiche: le si vede nascere con gran battage pubblicitario, e sparire in media entro tre anni perché la benzina è esaurita”, dice Pierluigi Delogu presidente nazionale AIO.

“Il primo anno, continua Delogu citando le testimonianze dei colleghi, queste strutture attestano una buona performance: clientela che arriva per la novità e che presenta una gamma di domande. I pazienti vengono puntualmente indirizzati ad una finanziaria che anticipa alla struttura il pagamento delle prestazioni e poi a rate chiede la restituzione del prestito. Poi negli anni successivi i pazienti calano e nel giro di alcuni anni i finanziatori decidono di chiuderla lasciando i pazienti a metà cure e con il prestito da saldare“.

Fonte: ODONTOIATRIA 33 di giovedì 23 ottobre 2014

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